giovedì 4 luglio 2013

IL MIO PAESE E’ ITALIA: DIS- ORIENTAMENTO AL LAVORO

    Quando mi è stato chiesto di poter fare formazione a dei giovani italiani e immigrati di seconda generazione in materia di orientamento al lavoro il mio primo pensiero è stato:
ma sai a chi lo stai chiedendo? A me? Precaria, collaboratrice a progetto, in costante ricerca di lavoro, che alla soglia dei trentanni non ha smesso di credere in parole come SICUREZZA E STABILITA'. E per fare cosa?
Orientare al LAVORO! Uh, tiro un sospiro di sollievo. Allora esiste ancora il LAVORO!     
    Ormai ero quasi convinta che questo vocabolo fosse caduto in disuso sostituito da termini più moderni e “globali” come COLLABORAZIONE, WORK EXPERIENCE, STAGE, …
    E poi dovrei parlare di lavoro a chi? Immigrati di seconda generazione? E questa nuova categoria da dove salta fuori? Boooh. Dico alla coordinatrice che ci avrei pensato un po' su e riaggancio il telefono. Continuo la mia attività di mamma rimproverando il nano, che nel frattempo ha avuto un attacco di arte estrema, riducendo il muro della sala ad un capolavoro di astrazione con segnature in carboncino di diverse tonalità.
Ripenso alla proposta di collaborazione che mi è stata fatta: ORIENTARE AL LAVORO IMMIGRATI DI 2 GENERAZIONE.
Provo a capire se sono in grado di accettare questa proposta nei miei soliti viaggi suburbani con il "Suzuki catoricio": IBandabardò invadono i miei pensieri lavorativi:

E così inizia a passarmi per la testa che forse oggi più che orientare al lavoro serve DIS-orientare AL LAVORO, ovvero educare a sostenere le diversità all’interno di un mondo del lavoro che appare LIQUEFATTO . Credo che gli immigrati di seconda generazione in materia di diversità ne sappiano qualcosa. E anche io ho una certa esperienza in materia di liquefazioni lavorative.

 Chiamo la responsabile progetto. “accetto!”

Nessun commento:

Posta un commento